il Giappone in Italia


Hachishakusama

Questa leggenda è basata sulla storia di una donna altissima che rapisce bambini ed emette un suono tipo "po...po...po...".

Si racconta ad esempio la storia di un bambino di 8 anni che amava giocare nel crotile di casa dei nonni, in un piccolo paesino del Giappone.

I genitori lo portavano da loro ogni estate.

Un'estate lasciarono il piccolo dai nonni mentre andavano a visitare altri luoghi del Giappone.

Il bambino era disteso sull'erba ed ammirava le nuvole, quando sentì quel suono: "po...po...po...".

Si guardò intorno ma non vide nessuno. Era un suono fatto sicuramente da una persona, con voce mascolina.

A un certo punto individuò il punto da cui veniva quel suono. E dietro alcune siepi notò un cappello di paglia che spuntava.

"po...po...po..."

Finalmente attraverso la siepe il bambino vide qualcosa. Era il corpo di una donna, ma alta circa 4 metri.

Quando cercò di vedere meglio, la donna scomparve.

Tornato a casa raccontò lo strano avvenimento e il suono che aveva udito ai nonni che restarono di ghiaccio.

Quindi bombardarono il bambino con mille domande e quando cominciò a piangere gli dissero che aveva visto Hachishakusama, ma che non doveva preoccuparsi.

Gli dissero che un tempo venne catturata da alcuni monaci che la confinarono lontano dal villaggio, bloccandola con 4 statue di jizo nelle 4 direzioni cardinali, facendo in modo che non potesse muoversi da lì.

Dissero ancora che l'ultima apparizione della donna era stata 15 anni prima e a casa venne una anziana signora che si raccomandò di non far uscire dalla sua cameretta il bambino fino alle 7 del mattino, chiudendosi a chiave.

Così fece e cercò di dormire, ma verso l'una di notte sentì ticchettare alla finestra.

Gli si gelò il sangue, ma poi sentì fuori la prota la voce del nonno che gli diceva che voleva stargli vicino e di voler entrare.

Lui pregò il nonno di proteggerlo, mentre il ticchettio sulla finestra riprese e fuori dalla porta si udiva ora "po...po...po...".

Alle 7:50 aprì la porta e trovò i nonni sollevati nel vederlo ancora vivo.

Lo portarono fuori di casa dove un furgoncino era venuto a prenderlo, con la signora del giorno prima ed altri abitanti del villaggio.

Caricarono il bambino e cominciarono a viaggiare per qualche destinazione, ma ad un certo punto si sentì un ticchettio sul finestrino del furgone e il bambino notò uno svolazzare di un abito bianco fuori del furgone.

Gli venne gridato subito di chiudere gli occhi, mentre il ticchettio continuava e si sentiva "po...po...po...".

Tutti gli uomini nel furgone erano nervosi. Si udiva il ticchettio ma non si vedeva nessuno.

Dopo un pò i rumori cessarono e la signora disse "siamo salvi".

Il furgone si fermò e i genitori del bambino lo presero e lo portarono in macchina, mentre una pergamena che gli era stata data dalla signora il giorno prima per proteggerlo era diventata nera.

Gliene dette un'altra per sicurezza ed il bambino, con i genitori, si diresse all'aeroporto e quindi presero l'aereo per uscire dal Giappone.

La madre disse al piccolo che altri due bambini che conosceva erano dovuti scappare dalla donna alta 4 metri e non erano più potuti rientrare in Giappone per sicurezza.

Disse anche che una delle statue di jizo si era rotta ed era per questo che quella creatura era riuscita ad uscire da quel perimetro.

Dopo circa 10 anni il nonno morì, ma lasciò detto di non volere che il nipote tornasse in Giappone.

La nonna lo chiamò pochi giorni dopo dicendogli che gli era stato diagnosticato un cancro e che avrebbe avuto il piacere di vederlo un'ultima volta prima di morire.

Lui era ormai quasi convinto che tutta quella storia passata fosse infondo una leggenda metropolitana.

La nonna anche lo rassicurò che ormai erano passati dieci anni e che la cosa poteva essere dimenticata.

Quando le chiede "e cosa ne è stato di Hachishakusama?", sentì dall'altro capo del telefono "po...po...po..."