il Giappone in Italia
Lezione 5
E siamo finalmente giunti alla quinta lezione.
Abbiamo fatto un bell’excursus sui modi di presentarsi a chi non conosciamo, ma ora il gioco si fa duro e dobbiamo cominciare ad introdurre alcuni termini che ci saranno utili nel prossimo futuro.
GIAPPONE | NIHON |
ITALIA | ITARIA |
CINA | CHŪGOKU |
KOREA | KANKOKU |
GERMANIA | DOITSU |
AUSTRALIA | ŌSUTORARIA |
TAILANDIA | TAI |
FRANCIA | FURANSU |
INGHILTERRA | IGIRISU |
Voi starete obiettando “a ciccio! e perché nun ce l’hai espletato prima, che semo annati in Giappone e c’hanno riso appresso?”. Ecco, è qui il punto. Non immaginavo che poteste recarvi nel Sol Levante senza prima aver terminato il mio corso. Non lo concepivo.
Comunque, proseguiamo…La U di IGIRISU e FURANSU è pronunciata, a differenza di quello che succede spesso per le U finali. In realtà quando si nominano dei luoghi la U si sente (come in Shinjuku, dove però non si pronuncia quella in mezzo...ahò!! e nun ve la pijate co’ me eh?! E mica l’ho inventato io il giapponese!!!). Nei verbi invece non si pronuncia praticamente mai (DESU diventa “des”, ARIMASU “arimas”, e così via…).
Ciò detto, possiamo ora divertirci a formare nuove parole partendo dai nomi delle nazioni appena visti. Li avete memorizzati? Si? Allora siete proprio matti…
Comunque, prendiamo ora in considerazione questa nuova parolina: JIN.
JIN/NIN (a seconda dei casi si può trovare scritto in uno o nell’altro modo), significa “persona”. Ma cosa ci facciamo con questo JIN? (si legge “gin”). Lo schiaffiamo a fianco dei nomi delle nazioni e magia: abbiamo la nazionalità delle persone!! Incredibile!!! (cerco di coinvolgerli, che questi me s’addormono…).
NIHONJIN | giapponese |
ITARIAJIN | italiano |
CHŪGOKUJIN | cinese |
KANKOKUJIN | coreano |
DOITSUJIN | tedesco |
ŌSUTORARIAJIN | australiano |
TAIJIN | tailandese |
FURANSUJIN | francese |
IGIRISUJIN | inglese |
Perfetto. Ed ora cosa ci facciamo con queste nuove parole? Ve lo dico subito. Ricordate le presentazioni? Bene. Possiamo completarle e renderle più interessanti. Dobbiamo però assolutamente introdurre un nuovo verbo: KIMASU (“venire”, la U non si pronuncia, ma ormai credo sia una cosa appurata…).
Dobbiamo a questo punto fare una premessa importantissima: dovete cominciare da subito a conoscere i verbi sotto due aspetti. Ogni verbo ha ben due forme, una più formale (-MASU form, tipo KIMASU) ed una più colloquiale (definita anche dictionary form, in quanto è quella che si trova sul dizionario).
Nel caso specifico quindi KIMASU rappresenta la –MASU form, mentre la corrispondente colloquiale è KURU. Chiaro? Non è così difficile. Mettiamo il caso che ho di fronte una persona importante, magari il mio capo, e devo dire “vengo” (non fate gli spiritosi, vi ho letto nel pensiero….). Nel caso specifico, dirò: KIMASU.
Se invece sono con un amico, dirò magari: KURU. Ok?
Se cominciamo da subito a chiarire questa cosa e a comprenderla per bene, la strada verso la conoscenza assoluta della lingua giapponese sarà completamente spianata (facciamoceli credere…).
Bene. Restiamo sul discorso di una presentazione formale ma non troppo, e conosciamo anche la particella KARA, che può essere tradotto come “da” (indica provenienza).
Possiamo allora formulare la seguente presentazione:
HAJIMEMASHITE, WATASHI NO NAMAE WA FLAVIO DESU. ITARIA KARA KIMASHITA. DŌZO YOROSHIKU ONEGAISHIMASU.
Ho dunque aggiunto alla mia presentazione la seguente frase:
ITARIA KARA KIMASHITA = vengo (sono venuto) dall’ Italia
TABEMASU (TABERU) | mangiare |
NOMIMASU (NOMU) | bere |
IKIMASU (IKU) | andare |
KAERIMASU (KAERU) | tornare |
TABEMASU | TABEMASHITA (mangiato) |
NOMIMASU | NOMIMASHITA (bevuto) |
IKIMASU | IKIMASHITA (andato) |
KAERIMASU | KAERIMASHITA (tornato) |
Ottimo. Pausa. Parlavamo di KARA. Bene eccola qui:
ITARIAJIN DESU = sono italiano
Semplice vero? E come mai si dirà “sono tedesco”? DOITSUJIN DESU. E così via.
NIHONRYŌRI | cucina giapponese |
ITARIARYŌRI | cucina italiana |
CHŪGOKURYŌRI | cucina cinese |
KANKOKURYŌRI | cucina coreana |
DOITSURYŌRI | cucina tedesca |
ŌSUTORARIARYŌRI | cucina australiana |
TAIRYŌRI | cucina tailandese |
FURANSURYŌRI | cucina francese |
IGIRISURYŌRI | cucina inglese |
NIHONGO | giapponese |
ITARIAGO | italiano |
CHŪGOKUGO | cinese |
KANKOKUGO | coreano |
DOITSUGO | tedesco |
ŌSUTORARIAGO | australiano |
TAIGO | tailandese |
FURANSUGO | francese |
EIGO | inglese |
Avete notato qualcosa? Già, EIGO, e non IGIRISUGO. Tenetelo bene a mente.
Se vogliamo tradurre allora: “parli inglese?”, come facciamo? Bene, dobbiamo vedere qualche nuovo verbo. Il primo è HANASHIMASU (HANASU) che significa “parlare”. Quindi potrei chiedere:
ANATA WA EIGO O HANASHIMASU KA = parli inglese?
Ricordate di mettere sempre la particella O tra soggetto e verbo, se possibile.
Quando studiavo giapponese a livelli bassi o infimi, come amo definirli io (invece adesso è ‘na cima, obietterà sempre il solito maledetto simpaticone del gruppo…), mi recai in Giappone e mi resi conto che quando mi chiedevano se parlavo inglese, spesso lo facevano in maniera differente ed anche il verbo suddetto non mi pareva proprio lo stesso…Chiariamo cos’è successo, e cosa potrebbe accadere anche a voi se andate in Giappone (se siete donne, potete contattarmi in privato e ci andiamo insieme magari…): il verbo che avevo sentito leggermente diverso trattavasi di HANASEMASU (HANASERU). Quindi non SHI ma SE. Che cacchio di forma è? Bene, per ora la buttiamo là, ma poi ci torneremo in maniera decisa sull’argomento. Non è altro che la forma potenziale del verbo “parlare”, ovvero traduce “poter parlare”. HANASHIMASU = parlare, HANASEMASU = poter parlare.
Quindi i giapporichiedenti, non facevano altro che domandarmi:
NIHONGO GA HANASEMASU KA = puoi parlare giapponese? sei in grado di parlare giapponese?
In questo caso ho posto tra soggetto e verbo non O ma GA, ma non preoccupatevi, spiegheremo poi la cosa più dettagliatamente (non è vero, ma loro ancora non lo sanno…uahahaahahahaha).
Bene. Tutto qui? No!! Per niente!! Tanto pensai: “bene, HANASHIMASU o HANASEMASU, e che m’importa, tanto più o meno il suono è quello, si capisce”.
Ma poi uno mi chiese: NIHONGO GA DEKIMASU KA e li caddi in una depressione profondissima, dalla quale sono uscito fuori solo grazie a mesi di cure psichiatriche e fortissimi medicinali anti-depressivi.
Cosa cacchio voleva dire quel maledetto giapponese con quel sorriso beffardo sotto i baffi? Voleva solo chiedermi la stessa cosa di prima, ovvero “sai parlare giapponese?”.
A questo punto qualcuno di voi potrebbe gettare tutti i suoi appunti e ribattere: “e mo bastà!! Ma che stai a ciancicà? Ma nun c’avevi detto che per tradurre sai parlare c’era HANASEMASU? E mo allora come la mettemo?”.
Bene, mio caro lettore, e mie care lettrici, votat…ehm no, scusate, ho sbagliato.
In realtà la forma potenziale (poter fare una cosa) di un verbo viene espressa anche con DEKIMASU (DEKIRU), che è in grado di tradurre la forma potenziale dei verbi.
Quindi, ricapitolando, volete ad esempio chiedere ad una persona se parla inglese? Potete farlo in 3 modi diversi (per ora, ahahahahah…):
EIGO O HANASHIMASU KA
EIGO GA HANASEMASU KA
EIGO GA DEKIMASU KA
Forte, no?
E come fate a rispondere in maniera affermativa alle suddette frasi? Semplice:
HAI, HANASHIMASU = si, lo parlo
HAI, HANASEMASU = si, lo posso parlare, sono in grado di parlarlo
HAI, DEKIMASU = si, lo posso parlare, sono in grado di parlarlo
Se poi vogliamo specificare che lo parliamo solo “un poco”, utilizziamo il termine SUKOSHI (formale) o CHOTTO (informale) davanti al verbo. così avremo ad esempio:
HAI, EIGO O SUKOSHI HANASHIMASU
HAI, CHOTTO DEKIMASU
e così via…
YouT
ube Video
Passiamo al kanji odierno. Eccolo qui:
人
E sapete cosa? Oggi mi voglio rovinare e vi introduco altri 4 kanji!
So che state tremando dalla paura. Ma come 4 kanji ancora?? Ma è matto?
ICHI, NI, SAN, …uno, due, tre. ICHI si disegna partendo da sinistra a destra. NI allo stesso modo, disegnando prima il tratto di sopra, leggermente più corto (ma potreste trovarlo anche scritto della stessa lunghezza del secondo). SAN si disegna sempre con lo stesso criterio ma con il segmento in mezzo leggermente più corto degli altri due (ma anche questo kanji potrebbe essere scritto con un carattere tipografico che prevede tutte e tre le linee della stessa lunghezza, io vi ho avvisati...). KAWA/GAWA è una sorta di SAN ruotato di 90° ma durante la fase di rovesciamento ci si è rovinato il primo che risulta un pò storto. E' evidente come rappresenti proprio un fiume, con le sponde laterali e il corso d'acqua al centro.
Sono kanji difficilissimi e vi invito ad allenarli assiduamente per anni (se lo fanno sono scemi…).
Bene. Io avrei terminato. Sono certo che ormai vi vantate con i vostri amici di saper parlare e scrivere in Giapponese e loro vi chiederanno allora: HONTŌ DESU KA, al che voi resterete inebetiti scoprendo che il vostro amico fa il traduttore per l’ambasciata giapponese in Italia e correrete a studiare anche le prossime lezioni del corso.
Mata ne!!!! (ciao!!!!)
NIHON | Giappone |
ITARIA | Italia |
CHŪGOKU | Cina |
KANKOKU | Corea |
DOITSU | Germania |
ŌSUTORARIA | Australia |
TAI | Tailandia |
FURANSU | Francia |
IGIRISU | Inghilterra |
NIHONJIN | giapponese |
ITARIAJIN | italiano |
CHŪGOKUJIN | cinese |
KANKOKUJIN | coreano |
DOITSUJIN | tedesco |
ŌSUTORARIAJIN | australiano |
TAIJIN | tailandese |
FURANSUJIN | francese |
IGIRISUJIN | inglese |
NIHONRYŌRI | cucina giapponese |
ITARIARYŌRI | cucina italiana |
CHŪGOKURYŌRI | cucina cinese |
KANKOKURYŌRI | cucina coreana |
DOITSURYŌRI | cucina tedesca |
ŌSUTORARIARYŌRI | cucina australiana |
TAIRYŌRI | cucina tailandese |
FURANSURYŌRI | cucina francese |
IGIRISURYŌRI | cucina inglese |
NIHONGO | giapponese |
ITARIAGO | italiano |
CHŪGOKUGO | cinese |
KANKOKUGO | coreano |
DOITSUGO | tedesco |
ŌSUTORARIAGO | australiano |
TAIGO | tailandese |
FURANSUGO | francese |
EIGO | inglese |