il Giappone in Italia
Lezione 2.1
Yo! Kyou kara mata hajimaru yo! Ganbatte kudasai! Ore no seito ni natte kurete arigatou! Yoroshiku!
よ!今日からまたはじまるよ!がんばってください!俺の生徒に成ってくれてありがとう!よろしく!
Hey! Da oggi si ricomincia! Forza e coraggio (impegnatevi) per piacere! Grazie per essere miei studenti! I migliori auspici per il nostro rapporto!
Eccoci qua! Non ho mai provato ad insegnare nulla in vita mia quindi non so cosa aspettarmi da questo corso. Quindi sarà un corso in divenire, quando prenderò una direzione sbagliata conto sui vostri insulti per rimettermi sulla buona strada!
Waaa! Kinchou shite kita!
わああ!緊張してきた!
Aaah! Mi è venuta l'agitazione!
Cominciamo con l’ analizzare velocemente le frasi sopra. Prima di tutto vi sarete già accorti che il tono della frase è diverso dal solito. Ah? Non ci avevate fatto caso? Ok non fa niente, ve lo faccio notare io. E' un tono molto informale ed amichevole! In pratica mi sono preso subito confidenza e vi tratto da vecchi amiconi (ma chi lo conosce questo?).
Il linguaggio formale è, secondo me, troppo noioso! E sono poche le situazioni in cui uno straniero lo deve usare pena l'amputazione del mignolo. Diciamo che se state per fare un colloquio per l'assunzione in una super mega ditta giapponese non è questo il corso che fa per voi, in quasi tutti gli altri casi restate con noi!
Impareremo quel tanto di linguaggio formale che basta per non essere oggetto di sguardi schifati. E non preoccupatevi se sbagliate il tipo di linguaggio da usare in una data situazione! I giapponesi sono molto comprensivi con gli stranieri che cercano di parlare la loro lingua, e più che farvi pesare l'errore di forma apprezzeranno l'impegno!
Allora dicevamo delle frasi sopra. Yo è un ciao molto informale, soprattutto maschile, che si usa tra amici. Io l'ho tradotto con hey, quindi, dato che non andrete mai dal fruttivendolo dicendo “hey! Come butta?”, in genere userete i saluti che già conoscete.
Kyou kara lo traduciamo con da oggi, mata con di nuovo (in questo caso ho usato ricominciamo) e hajimaru è appunto cominciare (jishou-kei, forma dizionario). Quest'altro yo che ho messo dopo hajimaru è solo un enfatizzante, consideratelo alla stregua di un punto esclamativo.
Ganbatte kudasai lo conoscete tutti e non dovrei neanche soffermarmi, ma dato che è la prima sono buono e vi ricordo che ganbatte è un incoraggiamento molto usato mentre kudasai è per piacere!
Ore. Ci sono tanti modi per dire io e ore è uno dei più maleducati! Quindi voi cercate di usare watashi o al massimo boku, se siete maschi, e non sbaglierete mai. Io uso ore perché sono burino! Abituateceve! :p
Seito è studente, quindi ore no seito altro non vuol dire che miei studenti. In cosa è diverso seito da gakusei? E che cacchio ne so io?! No va beh, diciamo che, per quel che ne so io, seito è più usato da professori per indicare gli studenti mentre gakusei indica più il lavoro di studente.
Natte è la te-kei (forma in te) di naru che vuol dire diventare, kurete è una parolina magica che studieremo nella prossima lezione che come significato ha quello di ricevere da persone più in alto (in alto dove in genere si pone idealmente l'interlocutore) e serve ad ingentilire la forma verbale.
Arigatou è grazie (Bubby, che te lo dico a fare?!). Se a questo verbo ci avessi aggiunto gozaimasu sarebbe diventato natte kurete arigatou gozaimasu, il che l'avrebbe resa una perfetta frase formale e gentile! Ma non voglio correre il rischio di sembrarvi troppo educato (per non alimentare false speranze) ed ho omesso il gozaimasu, rendendola una forma verbale semi-formale, tanto più che il significato non cambia di una virgola.
Come avrete notato non c'è solo bianco e nero, ma vi sono infinite gradazioni di grigio tra una frase gentile-formale ed una sgraziata-informale, noi incentreremo le nostre forze su una via di mezzo, che ci permetterà di districarci nella maggior parte delle situazioni. Cercando di tendere al formale quando la situazione lo richiede e di rilassarci sull'informale ogni qual volta possiamo.
Yoroshiku, a cui possiamo sempre aggiungere onegai shimasu per ingentilire, è una parolina che vuol solo augurare alle parti in causa di avere una reciproca e proficua relazione.
Kinchou suru, che ho aggiunto sotto, vuol dire essere agitati/nervosi. Ed arriva da kinchou, nervosismo (in genere da prestazione), più il verbo suru (shite in te-kei) che è il verbo fare (che è un tuttofare, gioco di parole divertentissimo... E si usa ovunque! ). Nella frase in esempio c'è anche kita, che è il passato in ta-kei di kuru che significa venire. L'ho quindi tradotto con mi è venuta l'agitazione.
Quando ci sono 2 o più verbi vicini, o nella stessa frase, il primo è sempre in te-kei, sospensivo, mentre il secondo (se sono due, altrimenti l'ultimo) da il tempo e la forma verbale alla frase.
A questo punto uno studente si desta dal torpore e mi chiede: “ma che caz sono tutti 'sti te-kei, ta-kei e tikitaka-kei???” ed io a domanda rispondo: “fatti i caz tua!”
No dai, sono forme verbali. Le cominceremo a vedere più dettagliatamente dalla lezione 3, per adesso vi basti sapere la parolina kei vuol dire forma/stile (sì esattamente la stessa di visual-kei) e che te e ta sono per i verbi che finiscono rispettivamente in -te e -ta, come abbiamo la masu-kei che è la forma gentile che avete studiato fin'ora e la jisho-kei per la forma che trovate nel dizionario (jisho vuol dire appunto dizionario) che possiamo paragonare al nostro infinito ma con un uso molto maggiore nella lingua.
Adesso possiamo cominciare la lezione... (che cacchio abbiamo fatto fino adesso? :o)
L'oggetto della prima lezione è un insieme di parole che ci aiuteranno a fraseggiare nello spazio!
(Houston abbiamo un problema! NO intendevo nello spazio terrestre)
La classica frase “ the pen is on the table” come la traduciamo?
Pen ha teeburu no UE desu (oppure pen ha teeburu no ue ni arimasu stesso significato)
ペンはテーブルの上です
La penna è sul tavolo
pen e teeboru sono parole che derivano dall'inglese, quindi usiamo il katakana (e come vedremo le vocali lunghe si allungano con una piccola linea in katakana), ma la parolina che ci interessa adesso è ue che vuol dire sopra. Sappiamo già che no è una specie di genitivo che traduciamo in genere col di possessivo, quindi traducendo letteralmente verrebbe la penna è sopra di tavolo.
Allora se vogliamo dire che il gatto è sotto la sedia diremo: neko ha isu no shita desu (oppure isu no shita ni imasu). Anche questo letteralmente suonerebbe tipo il gatto è sotto di sedia.
Ebbene sì! Funziona più o meno così per tutti i complementi di luogo. Eccovi un elenco dei più usati:
ue 上 sopra
shita 下 sotto
mae 前 davanti
ushiro 後ろ dietro
migi 右 destra
hidari 左 sinistra
Quindi se come diremo che c'è una cacca davanti ad Hachiko (la statua del cane a Shibuya)?
Componete da soli la frase considerando che cacca si dice unko. Dovreste farcela, darò la soluzione la prossima volta.
Oltre alla frase data provate a farne di vostre (magari senza cacche) e scrivete queste parole in hiragana molte volte. Quando cominceranno a sanguinarvi i polsi provate a studiarvi i kanji che vi ho messo affianco. Sono tutti molto semplici, a parte ushiro che non ricordo nemmeno io (lo studierò insieme a voi). Sotto e sopra sono inconfondibili, davanti è abbastanza squadrato e regolare mentre destra e sinistra rappresentano delle mani. La destra porta il cibo alla bocca (il quadratino è il simbolo che significa bocca) mentre la sinistra probabilmente fa cose indicibili (quell'acca rovesciata non so che significhi ma per me è l'acca di Hentai – erotismo NdR).
Ok, sta suonando la campanella. Per oggi basta. Prima di andare raccogliete la cacca che avete lasciato davanti al povero Hachiko, che altrimenti ci becchiamo una multa!
Vi lascio qui sotto alcuni dei termini usati oggi scritti con i kana (almeno faticate un po' a leggerli).
ja, mata kondo
じゃ、また今度
ok, alla prossima
sopra うえ
sotto した
davanti まえ
dietro うしろ
destra みぎ
sinistra ひだり
oggi きょう (kyou si legge kyoo con la o lunga)
cominciare はじまる
studente せいと (seito si legge seeto con la e lunga)
nervosismo/agitazione きんちょう (kinchou si legge kinchoo con la o lunga)
penna ペン
tavolo テーブル (teeburu)
sedia いす
gatto ねこ
questa volta/prossima volta (eh sì può significare entrambi dipende dalla frase) こんど
cacca うんこ